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Realizzare un asfalto performante e meno costoso di quello tradizionale è stato l’obiettivo che si è posto Nicola Ongaro, Direttore dello Stabilimento di IFAF, società con sede a Noventa di Piave (VE) specializzata nella produzione di asfalti,  partecipando all'attività del gruppo di ricerca che ha lavorato sul recupero delle plastiche eterogenee per la produzione di asfalti modificati realizzato nell'ambito del Progetto SARR (Sistemi Avanzati per il Recupero dei Rifiuti) cofinanziato dalla Regione Veneto attraverso POR FESR 2014-2020, nell’ambito del Bando per il sostegno a progetti di Ricerca e Sviluppo sviluppati dai Distretti Industriali e dalle Reti Innovative Regionali.

 

Abbiamo intervistato Ongaro per sapere quali sono stati i risultati riscontrati nella sperimentazione del progetto SARR e quali sono ora le prospettive dell’attività di ricerca e sperimentazione che riguardano il mercato degli asfalti.

 

I risultati che abbiamo ottenuto - spiega Ongaro - sono molto interessanti, nel senso che l’utilizzo di queste plastiche derivanti dal riciclo della plastica, ci ha consentito di ottenere un conglomerato bituminoso con caratteristiche assimilabile a quelle dei conglomerati bituminosi ad alta prestazione.

 

L’utilizzo di plastiche di fondo vasca, destinate altrimenti all’inceneritore, riesce a conferire al conglomerato bituminoso prestazioni molto performanti in termini di resistenza alla trazione indiretta, resistenza all’ormariamento da traffico pesante, mantenendo ottimi parametri di lavorabilità e vita utile.

La modifica dei conglomerati con le plastiche da fondo vasca permette di raggiungere un duplice risultato ovvero, sia il recupero del rifiuto già destinato all’inceneritore, sia un prodotto con alte prestazioni il tutto a un costo molto basso e quindi con un conseguente vantaggio economico.

Prodotti con caratteristiche simili si ottengono modificando il conglomerato bituminoso con bitume di tipo Hard (quindi di origine fossile) oppure con plastiche con poliolefine selezionate.

Infine, l’utilizzo delle plastiche da fondo vasca nella produzione di conglomerato, e anche facilmente replicabile permettendo di diffonderne l’uso con facilità.

 

Quali sono le dinamiche del mercato degli asfalti in relazione alle richieste di utilizzo riciclati soprattutto nel contesto del Green Procurement?

 

Tutte le aziende stanno utilizzando dei prodotti riciclati, primo fra tutti il fresato d’asfalto, ma anche alcune graniglie derivanti da scarti siderurgici. Nuovi MPS sono in via di sperimentazione e alcuni sono già presenti in alcune produzioni. Ad oggi la normativa non impone l’utilizzo di prodotti da riciclo, è solo la convenienza economica che spinge a farlo, anzi alcune volte la legge ne limita l’impiego. E prossima l’approvazione dei CAM (Criteri Ambientali Minimi) che prevedono l’obbligo di utilizzare nella produzione degli asfalti quantità sempre maggiori di prodotti da riciclo e MPS.

 

Questo sarà un ulteriore stimolo per le aziende a investire in innovazione e ricerca, perché non si tratterà più solo di un’opportunità economica, ma anche la necessità di adempiere a una nuova normativa.

 

Quali sono i costi di produzione e di trasformazione degli impianti indotti dalla transizione ecologica?

 

L’utilizzo di quantità sempre maggiori di MPS, primo fra tutti li granulato di conglomerato bituminoso(fresato), comporterà la necessità di investimenti sugli impianti. Per poter utilizzare quantità maggiori di fresato gli impianti devono avere un cilindro mescolatore adatto che differisce da quello che veniva utilizzato fino a qualche anno fa.


Naturalmente la sostituzione di questi mescolatori ha costi molto elevati, ma consente un notevole aumento dell’utilizzo di prodotti da riciclo. Nel caso della nostra sperimentazione, le modifiche necessarie all’utilizzo delle plastiche eterogenee, non ha costi molto elevati ed è adattabile a tutti gli impianti.


Ritengo che un investimento che molte aziende come la nostra dovranno affrontare in un futuro prossimo, come naturale conseguenza della transizione ecologica, sarà la sostituzione dei carburanti che vengono utilizzati per il funzionamento degli impianti. Oggi molte aziende utilizzano carburanti derivanti dal petrolio, in un futuro non molto lontano dovranno essere sostituiti da fonti energetiche meno inquinanti. Queste modifiche comporteranno notevoli investimenti che si spera siano sostenuti anche da incentivi governativi.

 

Quali sono i potenziali sviluppi nell'utilizzo delle plastiche nei conglomerati bituminosi?

 

Gli sviluppi sono quelli che stiamo seguendo anche noi. La sperimentazione che abbiamo fatto ha prodotto ottimi risultati. Stiamo sperimentando nuovi utilizzi delle plastiche eterogenee nella produzione di conglomerato bituminoso nel tentativo di ottenere nuovi prodotti da impiegare nella costruzione di piste ciclabili o percorsi pedonali. Si tratta comunque di un’attività di sperimentazione ancora in evoluzione, per cui è ancora presto definire le finalità nel dettaglio.

 

Quali sono i nuovi utilizzi di asfalti modificati per impieghi innovativi oppure non convenzionali?

 

Per quanto riguarda la nostra esperienza una richiesta che ci è stata più volte fatta è se ci sono dei prodotti che siano ecologici e contestualmente economici per la costruzione di viali pedonali.


Attualmente questi viali possono essere fatti utilizzando prodotti di cava come la roccetta di Saronne, che però necessitano di molta manutenzione e hanno un vita utile piuttosto breve, oppure in masselli di calcestruzzo che, sebbene garantiscano una buona vita utile, hanno costi di costruzione piuttosto elevato. Si può utilizzare anche il calcestruzzo che può essere colorato e stampato, ma è costoso, infine l’asfalto che però non è apprezzato per le qualità estetiche. 


Come detto ci siamo posti, come credo anche altre realtà, l’obbiettivo di realizzare un prodotto che utilizzi prodotti da riciclo, come le plastiche eterogenee e altri, quindi sia ecologico ed economico, e che sia contestualmente apprezzabile esteticamente 


 

 



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